Casalecchio di Reno – 8 luglio 2022 – Il cambiamento climatico e la tutela dell’ambiente sono due tematiche ogni giorno più delicate che necessitano di un approccio molto cauto. L’Amministrazione comunale di Casalecchio di Reno ha autorizzato la costruzione di circa 300 appartamenti in prossimità dell’alveo del Reno sui terreni della ex-Sapaba in un’area che, a nostro avviso, non avrebbe dovuto essere resa disponibile per un intervento di questo tipo.
Recentemente sono stati affissi dei cartelli di protesta a sottolineare che sono tante le persone che preferirebbero ripensare questa scelta dell’Amministrazione con un indirizzo non solo più equo dal punto di vista ambientale, ma anche della sicurezza e dell’incolumità pubblica.
Già nel 2016 la Regione Emilia-Romagna inviò una relazione alla Comunità Europea nella quale segnalava che in gran parte di quella zona fosse presente un rischio alluvione concreto, ma visto che le varianti al piano sono antecedenti, l’Amministrazione comunale attuale di Casalecchio opta per un argine di contenimento di 10 metri di altezza per contenere eventuali piene che, in caso di emergenza idrogeologica, si riverserebbero dall’altra parte del fiume andando a esondare al Parco della Chiusa.
Perché costruire edifici in una zona indicata dalla Regione Emilia-Romagna come “a rischio alluvione”? L’area interessata è stata inserita nelle mappe di pericolosità regionali per quanto riguarda le alluvioni e le costruzioni andrebbero a sorgere tra una zona P3 ( a rischio elevato) e una zona P2 (a rischio moderato), perché proseguire allora?
Già nel febbraio 2018 presentammo alcune osservazioni alle autorità competenti sulla gestione del territorio e delle acque compresa la Regione Emilia-Romagna per approfondire la questione e cercare di prevenire quelli che potrebbero essere rischi futuri non solo per Casalecchio, ma anche per i comuni più a valle.
Noi pensiamo che prima di procedere con imponenti opere sia importante valutare attentamente i rischi e le conseguenze non solo sul piano ambientale e paesaggistico (già a nostro avviso molto impattanti) ma anche sul piano della sicurezza: possiamo ancora cambiare progetto? Queste le istanze che porteremo in Consiglio comunale.